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Commercialisti all'attacco sul caso Consip

04/05/2012

MILANO
La tempesta sollevata fra i commercialisti dalla notizia dell'assegnazione alla Consip, e quindi al ministero dell'Economia, della gestione del registro revisori non si placa. Alle prese di posizioni dei vertici del Consiglio nazionale si aggiungono quelle dei vertici territoriali. L'occasione per il confronto è stata il convegno dell'Andc che si è svolto venerdì a Rimini e che ha visto la partecipazione dei vertici delle varie associazioni sindacali.
Ai lavori dell'incontro, ha partecipato anche, ospite del convegno, Gerardo Longobardi, presidente dell'Ordine di Roma, nonché sfidante di Claudio Siciliotti alle prossime elezioni per la corsa alla guida dell'Albo unico.
Longobardi ha voluto, però, specificare che la sua partecipazione all'incontro di Rimini non aveva come finalità quella di portare alimento alla polemica elettorale, dopo la sfida che è stata lanciata ma di interrogarsi sul ruolo dei commercialisti. Che devono affrontare molte sfide, come la vicenda Consip testimonia. «Non sono qua per fare campagna elettorale – ha spiegato, infatti Longobardi – ma per parlare di futuro della categoria». Questo anche se, proprio fra i partecipanti al convegno, non sono pochi quelli che hanno manifestato indifferenza per l'attuale gestione dell'Ordine.
La presa di posizione di Longobardi a Rimini sembra collegarsi a quanto il presidente dell'Ordine di Roma sottolineò al momento di sciogliere la riserva per la candidatura quando volle rimarcare come elementi caratterizzanti il suo impegno «l'attenzione ai territori, il lavoro di squadra e la capacità di ascolto». Elementi che hanno portato Ordini di grandi e piccole dimensioni a schierarsi con Longobardi.
Certo è che sulla categoria pesa la vicenda Consip-Registro revisori. Il via libera della Corte dei conti al decreto che assegna al ministero dell'Economia il compito di gestire il Registro ha provocato molte polemiche. E l'intenzione della categoria di presentare ricorso sembra segnare un altro passo in quella che potrebbe diventare una vera e propria guerra legale. Con sullo sfondo una categoria che vuole giocare come protagonista sulla scena professionale, non richiudendosi nel ruolo di mera esecutrice di adempimenti imposti dallo Stato.
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